L'ultima occasione

Questo racconto l'ho scritto per partecipare al Domino, un gioco letterario organizzato da Laura e Lori, che consisteva nello scrivere un racconto di 5000 battute, partendo dall'ultima frase del racconto che lo precedeva. A me era toccato l'incipit "In fondo era un buon diavolo". Ne ho fatto un racconto con un demonio frustrato dal punto di vista della carriera, al quale capita l'ultima occasione. Il racconto era stato pubblicato originariamente qui, nel blog di storie di Laura e Lori. Fatemi sapere che ne pensate!


L’ultima occasione
 
“In fondo era un buon diavolo”. Maledetto Satana Potente, quanto detestava quando parlavano di lui in questo modo! Vero che era ancora un diavolo di terza classe a 120 anni suonati, ma queste parole lo facevano proprio imbufalire. E non era cosa da diavoli: il male agisce con serenità, gli ripeteva sempre il suo istrutture Asmodai.
 
Però davvero non riusciva a controllarsi ripensando a Baphomet e Samoel che lo prendevano in giro...anzi peggio: che lo trattavano con condiscendenza. Perché poi era facile, pensava Belial, avere atteggiamenti di superiorità quando si era nati 400 anni prima. Anche lui, se solo avesse avuto la fortuna di vivere in un mondo senza diritti umani e senza Convenzioni di Ginevra, a quest’ora sarebbe chissà dove. E invece, povero Belial, era ancora di terza classe.
 
A dire il vero Belial aveva passato la più parte della sua vita a divertirsi, piuttosto che a pensare alla carriera. Però aveva sempre avuto incarichi di secondo, se non di terzo piano. Shaitan non lo aveva mai ritenuto in grado di prendersi cura degli umani davvero promettenti. In Russia, per esempio, il cialtrone Rasputin lo avevano affidato a quell’imbroglione di Samoel, che si era così guadagnato la promozione a diavolo di seconda classe. Belial era stato invece mandato nelle campagne al confine con la Polonia a sobillare incesti. Divertente, però insomma, non si diventa diavoli di seconda classe, e tanto meno di prima, con incarichi così.
 
Ma stavolta era convinto di avere per le mani roba grossa... Se tutto andava come doveva andare, nessuno avrebbe più detto in fondo era un buon diavolo, parlando di lui. Ma doveva stare attento a non ripetere l’errore fatto negli anni ’40 del secolo scorso...
 
Quando Belial pensava al suo periodo durante il nazismo, non poteva trattenere le lacrime dalla nostalgia. Oh, che bei momenti! Se lo ricordava ancora quando Shaitan in persona permeava quasi tutta l’Europa e l’Asia e la Russia, senza bisogno di nascondersi...Si ricordava delle notti passate con Lilith a trasmigrare nei corpi di padri e figlie, fratelli e sorelle...che tempi! Che notti! CHE NOTTI!
 
Belial non poteva credere di essere stato così stupido. Ma neanche l’anima di un colonnello nazista – NAZISTA, per Shaitan! – sai portare?, si ripeteva. A dire il vero, era stato molto sfortunato: tra tutti i nazisti invasati, proprio il colonnello Claus von Stauffemberg gli era capitato!
                                         
A quell’epoca, tutti i diavoli suoi compagni di corso se la spassavano, tanto era forte il Maligno nel sangue dei tedeschi. Passavano il tempo a fornicare nei corpi umani e a uccidere bambini nei campi di lavoro, e a bruciarne i corpi per assaporarne l’odore (oh...il profumo...). A lui invece avevano assegnato l’unico nazista con i rimorsi, quello dell’operazione Valchiria e del fallito attentato a Hitler del 1944.
 
Vero, Belial aveva comunque saputo evitare il peggio, facendo fallire il colpo di stato all’ultimo momento. Ma l’anima di von Stauffemberg era andata al Nemico. E da allora Belial aveva avuto solo incarichi pessimi, con del materiale umano davvero scadente. Gli avevano assegnato persone stupide, e si sa che la stupidità è nemica del Male.
 
Lo avevano mandato in Italia, nel dopoguerra, e gli era sembrato un posto promettente...ma Belial aveva compreso ben presto che non si poteva avanzare di carriera passando la giornata a convincere mariti a tradire le proprie mogli, o negozi di alimentari a ingannare i propri clienti, o baristi a vendere bibite annacquate. Perché queste non erano cattiverie, ma aspetti insiti nell’animo dell’italiano medio! 
 
Aveva aspettato la chiamata per i Balcani, ma Shaitan non aveva sentito ragioni: se ne sarebbe occupato lui di persona. Diceva che si sarebbe dapprima impadronito dello spirito dei Serbi...avrebbe causato la reazione dell’Occidente di fronte all’indifesa vittima Bosniaca, e poi avrebbe fatto dei bosniaci la testa di ponte per l’invasione musulmana in Europa. O che tempi si prepavano, gli diceva Shaitan. Che tempi!
 
Lui invece lo avevano mandato in America. In quella God’s Country nella quale lo spirito del Nemico, quel Dio che gli uomini credono onnipotente, è ancora inspiegabilmente vivo. Belial non era molto eccitato all’idea. Ma Shaitan era stato irremovibile. “C’è questo Rahm Emanuel, a Chicago, che tra una quindicina d’anni avrà un ruolo cruciale nei miei piani. Voglio che te ne occupi tu. Sappi che ti ci mando solo perché i nostri migliori sono occupati in Medio Oriente”, aveva aggiunto il Maestro. “Ma questa è la tua ultima occasione, Belial. Fallisci e ti annienterò”.
 
Belial si era dedicato alla missione con entusisasmo. Questo Emanuel però era davvero un uomo per bene, e penetrarlo era stato una delle cose più difficili che Belial avesse mai dovuto fare in vita sua. Ma ne era valsa la pena. Oh, se ne era valsa la pena. Ora che Rahm Emanuel era diventato capo di gabinetto del nuovo Presidente Obama, nessuno avrebbe più detto che in fondo Belial era solo un buon diavolo.Si sarebbero dovuti ricredere tutti.